Aumento pressione addominale

Aumento della pressione addominale: che cos’è

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Forse qualcuno sta pensando a quella sensazione di addome teso che a volte può essere così fastidiosa da toglierci il respiro, le forze e la voglia di mangiare.

L’ipertensione addominale non è un segno da sottovalutare, dovrebbe farci riflettere su qualcosa che non sta andando nel verso giusto, ma non è propriamente di questo che stiamo parlando.

Se si riesce a toccare comunque la pancia, non è ancora un aumento di pressione addominale, ma se per caso diventa dura e non palpabile, allora cominciamo a chiederci cosa sta succedendo.

L’aumento della pressione addominale è un evento frequente per i pazienti chirurgici (un’alta percentuale post-intervento può presentare una pressione addominale IAP >20 mmHg).

Il monitoraggio di tale parametro è determinante in quanto l’aumento della pressione addominale porta alla compromissione funzionale di organi e apparati, quali il sistema nervoso centrale, l’apparato respiratorio, circolatorio e renale.

Questo parametro, complesso e certamente patologico, non viene mai misurato durante le visite mediche, mentre viene monitorato costantemente in reparti come la terapia intensiva.

Aumento pressione addominale: cause e conseguenze

Le cause che portano a un quadro di ipertensione addominale possono essere acute o croniche.

Possiamo distinguere le cause acute in:

  • spontanee (peritoniti, occlusioni intestinali);
  • eventi inettesi durante un intervento chirurgico (emorragie peritoneali);
  • post-operatorie (ipotermia, edema degli organi peritoneali, sepsi, shock);
  • post traumatiche (trauma chiuso o aperto, emorragie intraperitoneali, retro-peritoneali e pelviche);
  • iatrogene (dopo manovre di laparoscopia).

Invece, possiamo suddividere le cause croniche dell’aumento della pressione addominale in:

  • ascite massiva;
  • voluminosi tumori addominali;
  • dialisi peritoneale.

Con l’aumento della pressione nella cavità addominale si ha un conseguente incremento:

  • del volume con innalzamento del diaframma che comporta una alterazione di tutti gli equilibri degli organi sovrastanti;
  • della pressione sulla vena cava che comporta una diminuzione del ritorno venoso;
  • della pressione addominale che causa problemi a tutti gli apparati.

Come misurare la pressione intraddominale

Purtroppo, la misurazione della pressione addominale può essere effettuata solamente attraverso un catetere vescicale o una procedura che è possibile solo in reparti di terapia intensiva.

Quindi, per accorgersi di avere un aumento di pressione intraddominale bisogna tenere presente che l’addome è una cavità che consente non solo la digestione degli alimenti, ma favorisce o blocca il meccanismo della respirazione.

Infatti, una pancia tesa:

  • impedirà di respirare correttamente;
  • potrebbe bloccare il transito intestinale;
  • modificherà la postura;
  • impedirà di muoversi agevolmente con gli abiti che si usano ogni giorno;
  • può essere una conseguenza della vescica iperattiva.


Inoltre, la tensione addominale può favorire lo sviluppo di ernie e prolassi.

Come diminuire la pressione addominale: alcuni esercizi utili

È possibile pianificare quotidianamente degli esercizi di ginnastica per diminuire la pressione addominale. La ginnastica ipopressiva addominale comprende una serie di esercizi e respirazioni che, se eseguiti nel modo giusto e sotto la supervisione professionale, aiutano ad avere un addome forte e tonico, oltre a tonificare il suolo pelvico e bruciare calorie. Questi esercizi oltre a ridurre la circonferenza vita, migliorano la postura.

Le Tecniche Ipopressive sono state create dal dottor Marcel Caufriez, per il recupero a livello uro-ginecologico e posturale, con ottimi risultati per la salute e l’estetica.

Numerosi studi hanno evidenziato la stretta relazione tra il tono dei muscoli della fascia addominale, il tono dei muscoli del pavimento pelvico e la postura.

Ecco un esempio di esercizio per diminuire la pressione addominale:

  • distendersi in posizione supina con le gambe flesse;
  • inspirare (2 tempi);
  • espirare (4 tempi a bocca semichiusa);
  • mantenendo l’apnea espiratoria, ritrarre il mento auto-allungandosi, aprire le spalle ed espandere la gabbia toracica (attivazione del gran dentato) risucchiando l’ombelico verso il pavimento;
  • eseguire un’apertura costale simulando una “falsa inspirazione” (effetto “vacuum” dell’ombelico verso la colonna vertebrale).
  • non fare una respirazione diaframmatica (vacuum addominale) che andrebbe invece a rilassare la parete addominale;
  • mantenere la posizione per 10 secondi;
  • ripetere più volte l’esercizio.

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